Socrate nacque ad Atene dallo scultore Sofronisco e dalla levatrice Fenarete.
Da giovane si distinse nella campagna di Potidea del 432, dove salvò Alcibiade
durante una ritirata e fu per breve tempo membro della bulé (il senato della
città).Nel 399 venne accusato dai concittadini di empietà, ossia di non credere agli dei e di contribuire con il suo esempio a corrompere i giovani. Dopo il processo in cui Socrate tentò un'inutile difesa, morì bevendo un recipiente di cicuta e lasciando gli allievi nel più totale sconforto.
Socrate, nonostante la sua importanza storica, non ha lasciato nulla di scritto. Tutto quello che si sa di lui si deve al lavoro del suo principale allievo, Platone, che scrisse abbondantemente sulla figura del maestro e ne fece il protagonista di gran parte delle sue opere.
Socrate si definiva il tafano di Atene, per la sua inclinazione ad entrare nei discorsi dei passanti, apparentemente assennati, e smontarli con domande fastidiose e insistenti che inevitabilmente finivano per sbriciolare ogni certezza.
Se, ad esempio, un generale affermava che il coraggio in battaglia consisteva nella resistenza indomita, Socrate notava che anche una ritirata si poteva dire coraggiosa se serviva a vincere e ad evitare inutili perdite.
1. Socrate individuava il problema, un'affermazione che gode del consenso derivante dal senso comune (definizione del problema)
2. A questo punto ci si deve domandare se l'affermazione, nonostante l'apparenza, si possa considerare falsa (possibilità di confutazione)
3. Se ciò accade, anche solo per un'eccezione, allora il significato dell'affermazione va corretto o arricchito (nuova formulazione)